Facile , e non lo sarà mai veramente, dire delle carceri italiane (lo scontato di pena) dei «loro» suicidi, del senso lato e largo del termine tortura, o del lavoro esasperato ed esasperante degli agenti di custodia, della loro vita-non vita, a torto o ragione. Semplice denunciare, pur credendo forsennatamente nel continuare a farlo. Credo invece ora sia fondamentale dire della «formazione del personale». […] Continua a leggere l’articolo